Gli amori scomparsi bussano
alle porte del sonno tormentato
tirando via le coperte dal letto.
Mi lasciano seminuda coi piedi gelati
mentre svolazzano come vampirelli
sopra desideri ben ripiegati
sul tavolo da lavoro, o dentro
ai cassetti con la biancheria fresca.
Essi sborbottano dell'orologio che suona
e il pesante alito dell'isolamento
entra nella camera di clausura.
Occorre che spalanchi la vetrata
anche se s'agita il maestrale arcigno
sbattendo malignamente per terra
l'ultima bocca che io ricordi
e rifiutai per non vederla appassita
come allegro tulipano rosato.
Io guardo e consumo ciò che possiedo
del resto poco m'importa.
lunedì 2 novembre 2009
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